giovedì 10 gennaio 2019

MAGLIANO DEI MARSI. RIEVOCATI I FATTI STORICI LEGATI AL XX OTTOBRE DEL 1860



MAGLIANO DEI MARSI. RIEVOCATI I FATTI STORICI LEGATI AL XX OTTOBRE DEL 1860 - Marsica Web
Posted: 10 Jan 2019 12:33 AM PST

MAGLIANO DEI MARSI – Nel pomeriggio di domenica 21 ottobre si è rinnovata, lungo le antiche strade di Magliano, la rievocazione storica che ricorda e fa rivivere i fatti che sono avvenuti in quel lontano 20 ottobre del 1860. Molti Maglianesi hanno partecipato attivamente a tale manifestazione vestendo ambiti che rimandavano al periodo storico in questione mentre altri maglianesi hanno goduto di tale spettacolo facendo compagnia a turisti incuriositi da questo evento.
La rievocazione storica è iniziata alle ore 16 con l’esibizione musicale del cantastorie maglianese Giuseppe Santoponte che, tramite la forza della musica, ha illustrato in modo quasi commuovente i fatti e le sensazioni della popolazione vissuti in quel XX ottobre. Dopo l’esibizione musicale il corteo storico si è sonodato tra via Massa D’Albe, Via Salamitrara, Via Santa Maria di Loreto per poi fermarsi lungo largo San Rocco e largo Amiconi. Lungo il tragitto si è potuto assistere a scene di vita quotidiana in dialetto maglianese e canti di vario genere. Una processione di donne maglianesi che hanno fatto sfilare un lungo ticolore è stato l’apripista di figuranti che hanno vestito i panni del conte Cavour, di Garibaldi, di Mazzini e del re Vittorio Emanuele II.
«Mi piace partecipare a tale rievocazione – afferma il maglianese Enzo Di Cristofano – perché, in qualche modo, riviviamo la nostra storia. Ed anche una buona occasione per socializzare sia tra noi maglianesi e sia con coloro che ci vengono a trovare».
Nell’attimo in cui il popolo entra nella maestosa chiesa di Santa Lucia, il cielo sopra Magliano si è aperto improvvisamente facendo scendere una copiosa pioggia così da limitare il regolare corso della rievocazione. «Sono passati più di 100 anni – dice il giovane parroco di Magliano durante l’omelia – da quando il nostro paese, affidandosi a Dio e alla fede, è stato salvato. In quel momento di forte pericolo ci si è affidati a Dio e alla fede e tutto è venuto di conseguenza».
Ma cos’è successo in quel lontano XX ottobre del 1860? La storia ci racconta di fede e di fuga, di coraggio e di viltà, delle scelte di un generale e di quel sogno così sacro. Magliano aveva votato l’ingresso nella grande realtà dell’unità d’Italia e questo non andava giù alle autorità borboniche. Una manipolo di soldati comandati dal generale prussiano La Grange si avviò verso Magliano con lo scopo di punirlo; vedendo ciò la guardia nazionale decise di darsela a gambe lasciando solo il popolo maglianese. L’unica cosa che fece il popolo di Magliano fu quello di affidarsi ai suoi santi protettori (la Madonna, i Santi Giovanni e Paolo, Santa Lucia e Sant’Antonio di Padova) in attesa di un miracolo quasi incerto. In quella stessa notte, il figlio di La Grande, di nome Adolfo- futuro ingegnere minerario- ebbe un sogno, li vide i santi protettori proteggere la città. Il giorno successivo, era il venti ottobre, il generale La Grande si trovò dinanzi al sogno che fece il figlio e da li si gridò al miracolo. Nella delibera comunale del 29 novembre del 1866 possiamo leggere le seguenti parole: «il pio sentimento di questi abitanti si è reso sacro e votivo il 20 ottobre del 1860, merita bene che in qualche modo raccomandando agli avvenire, ad incremento dell’amore dell’indipendenza italiana.»
Realtà o finzione? Non tocca a noi giudicare la storia ed il culto di un paese. Ma il senso di tale festività, per il Maglianese è molto profondo. E ce lo ricordano le parole di un grande personaggio di Magliano, il professore e sindaco Giuseppe Di Girolamo: «La festa del XX ottobre, quindi, vuole a noi ricordare un momento emblematico della nostra storia cittadina, in cui riconosciamo noi stessi e i nostri ideali e le nostre speranze, ma anche i nostri difetti, le nostre manchevolezze, una tappa fondamentale nella formazione della Magliano di oggi e che ci sia di sprone ad un più concreto vivere civile».