domenica 28 giugno 2020

“Le Storie dello Storico”. Magliano dei Marsi, estate 1528: storia di una battaglia dimenticata


MAGLIANO DEI MARSI- Proseguiamo il nostro cammino storico, culturale ed archeologico lungo l’antica via Tiburtina Valeria: oggi faremo tappa nella ridente cittadina di Magliano dei Marsi un grazioso paese sotto le pendici del Monte Velino. Questa tappa sarà differente dalle altre, non parleremo di bellezze archeologiche oppure storiche, ma affronteremo un lato davvero particolare della vita degli uomini: le guerre.
Estate 1528, tra Magliano dei Marsi e Cappelle dei Marsi andò in scena uno scontro armato tra due nobili famiglie: da una parte i Colonna e dall’altra gli Orsini: uno scontro che, al vincitore, gli avrebbe, in qualche modo, assicurato potere e prestigio in quella parte di Marsica. Entrambi gli schieramenti se lo suonarono di Santa Ragione: perché di Santa Ragione? Entrambi i condottieri erano uomini di chiesa che ragionavano più con la spada che con la Parola di Dio.
Da un lato dello schieramento c’era Pompeo Colonna con le sue truppe formate da uomini del luogo, di Subiaco e dell’imperatore Carlo V: viceversa, nell’altro schieramento c’era Napoleone Orsini abate di Farfa, con le forze papali di cui era luogotenente. Il 28 giugno del medesimo anno, a Subiaco l’Orsini venne sconfitto dal Colonna: tanto cocente fu la sconfitta che l’Orsini perse anche le insegne del papa. Napoleone Orsini non si sentì sconfitto, anzi ripiegò verso la Marsica dirigendosi verso Tagliacozzo per inseguire l’avversario.
Tra Magliano e Cappelle, nei pressi del presunto monumento del re macedone Perseo dove scorre proprio l’antica Valeria andò in scena la battaglia. Le fonti storiche, tra cui Giuseppe Gattinara storico di Tagliacozzo, ci raccontano di uno scontro violento in cui perse la vita Scipione Colonna vescovo di Rieti, il cui corpo venne letteralmente buttato dietro l’antico monumento: il vincitore fu Napoleone Orsini, colui che aveva perso a Subiaco e che non si era mai dato per vinto. Il Corsigniani, nella sua “Reggia Marsicana”, a tal proposito, scrisse: “I soldati dei Colonnesi morirono fino al numero di 400, altrettanti rimasero prigionieri: e Monsignor di Rieti ebbe nella Terra di Magliano sepoltura”.
In Foto: la facciata della chiesa di Santa Lucia in Magliano dei Marsi prima del terremoto del 13 gennaio 1915
(foto Archivio fotografico D’Alessandro-Tavani-Aloysi)
Fatto sta che, oltre ai soldati catturati ed uccisi, ad avere la peggio fu Magliano dei Marsi da sempre fedele ai Colonna: il paese venne danneggiato. Il “nuovo” convento di San Domenico che da qualche anno era passato da una forma di monachesimo femminile ad uno maschile- gli venne cambiato anche il nome dal Monastero della Maddalena al convento di San Domenico per la presenza dei frati domenicani-. Ma per il paese nulla fu perduto, qualche anno dopo il nobile Ascanio I Colonna conte di Tagliacozzo restaurò il paese e lo munì di una cinta muraria. A tal proposito Edward Lear scrittore ed incisore inglese dell’800 sul suo Viaggio attraverso l’Abruzzo Pittorico scrisse: “le sue mura e fortificazioni si devono al cardinale Colonna, durante le guerre della sua famiglia contro gli Orsini”. Tutt’ora tale struttura difensiva è ancora presente nell’animo storico dei cittadini di Magliano dei Marsi, simbolo che la storia del paese è più viva che mai.