I morti di Ustica? Sull’aereo c’era un pilota pazzo che s’è fatto scoppiare con tutti i passeggeri a bordo.
Il rogo di Viareggio? I passeggeri non hanno rispettato il divieto di fumare e così si sono dati fuoco. Se la sono cercata.
Gli inabissati del Moby Prince? Quei fessi si erano spostati tutti su un lato della nave per giocare a guardia e ladri. Uno ha acceso un fiammifero nella stiva per cercare l’altro e boom.
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin? Stavano comprando un chilo di marjuana prima di ripartire per l’Italia e si sa cosa succede in questi casi. Un diverbio sul prezzo e via.
Paolo Borsellino? Si è autobombato in via D’Amelio con la scorta perché si celebrassero tutti i processi Borsellino fino al quater e potesse passare alla storia. Peccato sia stato pareggiato da Ruby, anche lei col suo poker.
Adesso la “strage per il sangue infetto”. Finalmente le vittime hanno vuotato il sacco al processo di Napoli: tutti a zonzo per il mondo, dalle foreste africane alle carceri statunitensi, per provare il brivido dell’emozione, cioè rapporti sessuali con gorilla e galeotti, tanto per finire i propri giorni in gloria.
Finalmente, una buona volta, in un colpo solo i famigerati Misteri di Stato che hanno segnato la storia del nostro Paese risolti con un colpo di bacchetta magica. Altro che Poteri & Servizi non poi tanto segreti, altro che Depistaggi e collusioni mafiose: la verità era lì sotto il naso, più semplice che bere un bicchier d’acqua.
SCENEGGIATA NAPOLETANA
Uscendo dalle metafore tragicomiche, siamo all’indomani della sentenza pronunciata dalla sesta sezione penale del tribunale di Napoli, presieduta da Antonio Palumbo.
Dopo tre anni esatti dall’inizio di un processo cominciato 20 anni fa a Trento e dopo oltre una decina d’anni di indagini, è arrivata la storica pronuncia: tutti gli imputati assolti con formula piena, perché “il fatto non sussiste”. Nessun colpevole.
Candidi come un giglio l’ex re Mida della Sanità Duilio Poggiolini, immacolati come viole mammole ex dirigenti e funzionari del gruppo Marcucci, da sempre – almeno da metà anni ’70 – oligopolista nella importazione, lavorazione e distribuzione di emoderivati in Italia, come la Voce ha avuto modo di dettagliare in tanti anni di inchieste, a cominciare dal 1977, un articolo pubblicato dall’allora Voce della Campania diretta da Michele Santoro.
Appena dopo la sentenza, si è scatenata una ridda di ipotesi, visto che nessuno è responsabile per le morti di chi ha assunto gli emoderivati killer. Quale la pista in un futuro da seguire per rintracciare il vero movente della strage?
Da rammentare che i morti totale, secondo le stime più fresche, sono circa 6 mila. Tutte vittime impunite.
Prima pista. Una setta satanica. Ricordate le stragi con centinaia di morti negli Stati Uniti organizzati da perfide sette sataniche? In questo caso si tratta di un mega suicidio scandito in varie tappe, ritualmente celebrate da santoni ancora a piede libero.
Seconda pista. Una sparizione di massa. Di solito succede per una persona che fugge di casa, stavolta si tratta di migliaia di persone che non hanno più dato notizie di sé. Rivolgersi a “Chi l’ha visto?”.
Terza pista. Un rapimento perfetto senza richiesta di riscatto. Ricordate gli Ufo e le astronavi marziane? Non si tratta di fake news. Sono atterrate in gran segreto ogni 6 mesi a partire dagli anni ’80 e di volta in volta hanno prelevato decine e decine di persone. Si arriva, oggi, ad un totale, calcolatrice alla mano, di 6-7 mila soggetti volatilizzati.
Quarta pista. Il viaggio della speranza, “the last travel”. E’ l’ipotesi più suggestiva e articolata. Usciti di senno, moltissimi ammalati hanno deciso di godersela per l’ultima volta. La gran parte è partita per l’Africa, zoo safari e rapporti border line con gorilla e scimpanzè; un’altra parte è volata in Asia, e un’altra buona fetta negli Stati Uniti, con una meta ben precisa, visitare le carceri a stelle e strisce: Alabama, Louisiana e soprattutto Arkansas, come è emerso anche durante il processo partenopeo. Ma gli ultimi 007 sono finalmente riusciti a ribaltare l’assurda tesi portata avanti dagli avvocati delle parti civili: sangue ed emoderivati non arrivavano dalle galere americane, ma sono stati i folli pazienti-impazienti a volare lì per simpatizzare con i carcerati, ammalati di Aids e di altre patologie super infettive.
L’Uovo di Colombo, il quale – non a caso – ha scoperto l’America.
Siamo sicuri che le motivazioni della sentenza, le quali verranno rese note entro 90 giorni, quindi a fine giugno, sapranno dare una risposta definitiva e convincente a tali dubbi & arcani.
PROTAGONISTI & INTERPRETI
Hanno avuto la vista lunga, di tutta evidenza, alcuni protagonisti del processo.
In pole position il pm, Lucio Giugliano, che fin dalla prima udienza di tre anni fa esatti aveva chiesto il proscioglimento per alcuni imputati, come effettivamente è accaduto – e con formula piena – dopo tre anni per tutti. Aveva visto giusto nel chiedere subito una perizia tecnica d’ufficio a tre super esperti. Così come a chiedere l’escussione di uno dei testi-base, l’ematologo milanese Piermannuccio Mannucci.
All’esito del cui interrogatorio avrebbe voluto chiudere subito il processo, perché Mannucci escludeva categoricamente la possibilità non solo di provare il famoso nesso causale tra l’assunzione degli emoderivati killer e l’insorgere delle patologie, ma soprattutto perché ravvisava l’impossibilità di individuare quel “farmaco killer”, quell’emoderivato assassino.
E, ancor più, Mannucci rassicurava circa la bontà e la sicurezza di quegli emoderivati, perché “provenivano, così mi veniva detto dai dirigenti del gruppo Marcucci, dai campus universitari e dalle casalinghe americane”. Incredibile ma vero.
Peccato, però, che quel super teste, l’esperto mega galattico, fosse un teste in palese conflitto d’interessi, dal momento che è stato per anni consulente (stipendiato) di Kedrion, la corazzata di casaMarcucci, ed ha partecipato (gettonato) a svariati simposi medici organizzati sia in Italia che all’estero dalla stessa Kedrion.
Le fisiologiche “anomalie” sono proseguite nel corso dei tre anni di dibattimento fino al termine delle udienze. Uno degli avvocati delle parti civili, tale Emanuele Tomassi, nella sua “arringa” finale (sic) ha chiesto la prescrizione per tutti. L’avvocatura dello Stato (in rappresentanza del Ministero della Salute) che ha partecipato solo alle prime udienze processuali, non ha avuto neanche la faccia di presentare alcuna memoria conclusiva né ha avanzato alcuna richiesta, disertando l’aula: in tal modo manifestando con chiarezza la volontà di non chiedere nemmeno i risarcimenti civili come aveva sbandierato all’inizio, pari ad una cinquantina di milioni di euro. Tutto a posto e tutto in ordine.
LO STATO SULLA STRAGE? MA CHISSENEFREGA
A questo punto.
Ma chissenefrega se la tragedia degli emoderivati killer era nota fin dal 1977, come documenta la prima inchiesta della Voce. Mentre lorsignori negano. E a loro parere nessuno negli ambienti scientifici ha mai parlato in quegli anni di rischi da sangue infetto.
Chissenefrega del Congo Belga e dei campi di raccolta di sangue non perfettamente testato, campi organizzati dalle aziende del gruppo Marcucci.
Chissenefrega se il regista americano Kelly Duda, autore dello choccante docuflim “Fattore VIII”, è arrivato dagli Stati Uniti a verbalizzare, davanti alla sesta penale, per confermare l’arrivo di quel sangue dalle galere a stelle e strisce e in particolare da quella di Cummings nell’Arkansas.
Chissenefrega se l’ematologo e scrittore Elio Veltri, autore de “L’Italia non è un paese per onesti”, dedica un intero capitolo agli emoderivati killer ed anche lui ha verbalizzato a Napoli sostenendo che “quella del sangue infetto è la più grande strage di sempre a livello mondiale, del tutto ignorata dai media”.
Chissenefrega se la BBC nel 2007 ha realizzato un altrettanto choccante docufilm che documenta i primi stoccaggi di scatoloni di emoderivati in depositi frigoriferi nel Veneto, insieme a grandi partite di baccalà.
Chissenefrega se a novembre 2018 in Inghilterra, con tutti i maxi problemi che devono affrontare a cominciare dalla Brexit, hanno trovato il tempo per varare una commissione parlamentare d’inchiesta proprio sulla loro strage del sangue infetto, che ha mietuto 3 mila vittime.
Chissenefrega delle nostre vittime finite tra atroci sofferenze.
Chissenefrega delle sofferenze dei parenti.
Chissenefrega degli inferni che hanno dovuto sopportare per una burocrazia assassina e una giustizia negata.
Chissenefrega se tutti sono stati uccisi due volte.
Chissenefrega se anche la Memoria è stata calpestata.
Chissenefrega se tutti i media salvo rarissime mosche bianche non hanno dato lo straccio di un’informazione degna di tal nome in tre anni di processo. E neanche prima.
Chissenefrega se la politica è stata prima complice e poi del tutto assente e quindi connivente, come se la strage non fosse mai esistita.
Chissenefrega se il Capo dello Stato ogni tanto chiede “giustizia per i morti di Ustica” senza peraltro alzare un dito e sui morti per la strage del sangue infetto non sussurra neanche un alito.
Chissenefrega se il ministro per la Salute, la grillina Grillo, non ha alzato nemmeno un dito perché il suo ministero non fosse del tutto assente al processo di Napoli.
Chissenefrega se lo stesso ministero renderà sempre più impossibili le cause di risarcimento per i parenti delle vittime che continuano a morire, perché la tragica finestra temporale non è certo chiusa: come succede per un’altra tragedia oscurata, quella dei roghi tossici nella Terra dei Fuochi.
P.S. Si sono battuti come leoni gli avvocati di molte parti civili ed associazioni, Stefano Bertone ed Ermanno Zancla. Soli contro tutti.
Memorabile l’arringa finale di Bertone, otto ore, in cui ha dimostrato non solo il famoso “nesso causale” tra l’assunzione degli emoderivati killer e l’insorgere delle patologie; ma anche le letali “re-infezioni” e “sovra-infezioni”.
Perfetto sotto il profilo morale, giurisprudenziale e scientifico.
Verità e Giustizia, però, da sole non bastano per abbattere i Muri di Gomma del Potere.