Attivato un sistema di monitoraggio e accertamenti per capire se l’aumento delle emopatie possa essere riconducibile, almeno in parte, all’impiego di sostanze nella coltivazione dei prodotti nella piana del Fucino. “Nessun allarmismo”, dichiara Benedetto Ronci, da pochi mesi alla guida del servizio di Ematologia. “L’obiettivo è fare diagnosi tempestive e accurate, assicurare una terapia adeguata e fare prevenzione”.
20 NOV - Un attento monitoraggio tra insorgenza di patologie del sangue e uso di prodotti in agricoltura, tra cui i pesticidi per capire è capire se l’aumento delle emopatie (malattie del sangue) possa essere riconducibile, almeno in parte, all’impiego di sostanze nella coltivazione dei prodotti nella piana del Fucino. È quanto attivato dal servizio di Ematologia dell’ospedale di Avezzano, che negli ultimi mesi ha acceso i riflettori sulla questione. Un lavoro di accertamento, ai fini della prevenzione, condotto tra i 230 pazienti con emopatie (per lo più croniche) seguiti attualmente dal reparto.
“Nessun allarmismo”, dichiara il dr. Benedetto Ronci, da pochi mesi alla guida del servizio ematologia dell’ospedale avezzanese, “ma solo un esame puntuale di alcune dinamiche che si possono cogliere dai dati a nostra disposizione. L’obiettivo è fare diagnosi accurate, assicurare una terapia adeguata e fare prevenzione, individuando eventualmente quei fattori, anche ambientali, che la letteratura scientifica correla con l’incidenza di alcune emopatie”.
L’arrivo al servizio di ematologia di Ronci, proveniente dall’ospedale San Giovanni di Roma e con una lunga esperienza professionale alle spalle, ha dato il via a una nuova impostazione di tutto il servizio. Un diverso approccio rispetto al passato che riguarda, in particolare, la possibilità di trattare alcune malattie del sangue a livello ambulatoriale, senza cioè ricoverare il paziente, cogliendo così un duplice vantaggio. “Ciò – spiega una nota delle Asl - è possibile grazie alla disponibilità di farmaci innovativi che offrono possibilità di praticare terapie con modalità diverse”.
“Nessun allarmismo”, dichiara il dr. Benedetto Ronci, da pochi mesi alla guida del servizio ematologia dell’ospedale avezzanese, “ma solo un esame puntuale di alcune dinamiche che si possono cogliere dai dati a nostra disposizione. L’obiettivo è fare diagnosi accurate, assicurare una terapia adeguata e fare prevenzione, individuando eventualmente quei fattori, anche ambientali, che la letteratura scientifica correla con l’incidenza di alcune emopatie”.
L’arrivo al servizio di ematologia di Ronci, proveniente dall’ospedale San Giovanni di Roma e con una lunga esperienza professionale alle spalle, ha dato il via a una nuova impostazione di tutto il servizio. Un diverso approccio rispetto al passato che riguarda, in particolare, la possibilità di trattare alcune malattie del sangue a livello ambulatoriale, senza cioè ricoverare il paziente, cogliendo così un duplice vantaggio. “Ciò – spiega una nota delle Asl - è possibile grazie alla disponibilità di farmaci innovativi che offrono possibilità di praticare terapie con modalità diverse”.
Negli ultimi mesi, tra l’altro, il lavoro all’interno di ematologia ha registrato un’impennata in termini di numero di visite in ambulatorio: 20 al giorno per un totale di circa 500 al mese.
Nel frattempo, “al fine di migliorare ancora le prestazioni”, Ronci ha avviato una serie di incontri con i medici di famiglia del territorio per stabilire con loro una fattiva collaborazione. “L’intento”, afferma Ronci, “è assicurare una priorità ai casi più gravi, indirizzandoli ai nostri ambulatori in maniera tale da trattarli in modo efficace e tempestivo. In questo modo potremo operare dando la giusta risposta ai singoli casi, a seconda delle diverse esigenze”.
Novità, rispetto al passato, anche per i controlli successivi a cui deve sottoporsi il paziente, che vengono ora decisi dallo stesso ematologo senza fare altri passaggi burocratici che possono rallentare il percorso di assistenza del malato.
Nel frattempo, “al fine di migliorare ancora le prestazioni”, Ronci ha avviato una serie di incontri con i medici di famiglia del territorio per stabilire con loro una fattiva collaborazione. “L’intento”, afferma Ronci, “è assicurare una priorità ai casi più gravi, indirizzandoli ai nostri ambulatori in maniera tale da trattarli in modo efficace e tempestivo. In questo modo potremo operare dando la giusta risposta ai singoli casi, a seconda delle diverse esigenze”.
Novità, rispetto al passato, anche per i controlli successivi a cui deve sottoporsi il paziente, che vengono ora decisi dallo stesso ematologo senza fare altri passaggi burocratici che possono rallentare il percorso di assistenza del malato.
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