martedì 5 novembre 2019

MAESTRO DI INCHIESTE / SANDRO PROVVISIONATO, LA SUA LEZIONE CONTINUA


Due anni fa ci lasciava un grande giornalista, un grande uomo e un nostro grande amico.
Sandro Provvisionato ha avuto un pregio unico: la enorme capacità professionale, il mondo unico di fare inchieste, e la gigantesca carica umana, che sapeva rompere ogni barriera.
Lo abbiamo conosciuto ad una festa dell’Unità a Bologna nel 2002, quando ancora quelle feste avevano un forte senso popolare. Il tema al centro del dibattito (oltre a Sandro c’era Jacopo Fo e noi della Voce) era l’informazione negata, le notizie censurate ed invece il mare di fake news che già allora imperversava (e di fake ne se è cominciato a parlare – a sproposito – solo qualche anno fa).
Fu un incontro magico. Lui, la figura mitica del reporter, che avevamo sempre ammirato ed alla cui esperienze si era ispirato da sempre il giornalismo d’inchiesta della Voce, al nostro fianco.
Misteri d’Italia, il sito promosso da Sandro, per noi uno stimolo continuo a proseguire in quel giornalismo investigativo, per contribuire ad alzare i veli su quei buchi neri – tanti, troppi, senza fine – che hanno popolato le storie di casa nostra.
Ne parlammo poi sempre, con Sandro, nelle appassionanti telefonate tra noi. E Sandro per molti anni ha scritto una imperdibile rubrica sulle colonne cartacee (“Misteri d’Italia”, naturalmente) della Voce, pagine uniche, tasselli di verità, un cammino continuo per far luce, dalla strage di via D’Amelio (memorabili le sue puntate, in particolare sul taroccamento di Scarantino, molti anni prima che venisse alla luce) al Moby Prince, dalle bombe di Bologna a quelle di piazza Fontana.
Un continuo faro per la conoscenza di verità scomode, di depistaggi istituzionali (solo adesso se ne parla in via ufficiale), per una consapevolezza (e una partecipazione sempre maggiore) dei cittadini in una società oppressa dai poteri forti e sempre più privata di una informazione libera, autentica, non omologata e cloroformizzata.
Ne sentiamo di continuo la mancanza, non solo sotto il profilo personale, dell’amicizia e della stima profonde, ma proprio per il suo contributo basilare alla crescita dell’informazione libera, oggi più assediata che mai e per questo bisognosa di menti lucide e coraggiose come la sua.

Il nostro giornalismo d’inchiesta – che cerchiamo di portare avanti ogni giorno in mezzo a montagne di difficoltà economiche (in particolare quelle derivanti dagli attacchi per via “giudiziaria”, cause civili e richieste risarcitorie del tutto campate per aria), personali e di contesto ambientale (operiamo nella non facile Napoli) – è e rimarrà sempre improntato alla sua lezione, al suo esempio. Di coraggio, di intelligenza, di coerenza, e anche di prezzi pagati sul campo.
Sandro, sarai sempre con noi.
La compagna di una vita, Laura Lisci, che abbiamo conosciuto fin dal quel primo incontro a Bologna, ha organizzato un appuntamento a Francavilla a Mare, località a lui molto cara, per ricordare Sandro con letture, filmati e una serie di interventi da parte di amici, giornalisti, operatori dell’informazione.
Ecco la locandina che illustra il prezioso evento.

lunedì 4 novembre 2019

L’Italia perde la Fiat, venduta alla Francia. E nessuno fiata

Carlos Tavares L’Italia perde la sua maggiore azienda, per decenni sorretta dallo Stato: a mangiarsi la Fiat è la Francia di Macron, con il gruppo Psa (Peugeot-Citroen-Opel) di cui il governo francese possiede il 13%. Il Cda di quello che diventerà il quarto produttore automobilistico al mondo, con 50 miliardi di dollari di fatturato, sarà guidato dall’attuale numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, lasciando a John Elkann la presidenza del nuovo soggetto industriale. Clamorosa l’assenza totale della politica italiana: gli uomini del Conte-bis si limitano al ruolo di semplici spettatori, e tace anche l’opposizione. Silenzio generale, di fronte alla perdita definitiva del gruppo Fiat, fatto a pezzi nel corso degli anni. Stabilimenti delocalizzati in Polonia, Serbia, Turchia, Brasile, Argentina, India e Cina. E domiciliazioni “emigrate” in Gran Bretagna (sede legale), in Lussemburgo (fiscale) e negli Usa (borsistica). E ora, addio anche alla proprietà italiana del marchio, nonostante l’oceano di soldi – agevolazioni sugli stabilimenti, cassa integrazione – versati dai contribuenti italiani per tenere in piedi l’industria torinese. «Al silenzio della politica seguirà quello di giornali e televisioni», avverte il saggista Gigi Moncalvo: «Nessuno oserà contestare l’accordo, visto che il gruppo Fiat spende enormi quantità di denaro, in termini pubblicitari, sui media italiani».
Autore di scomodi libri sul potere della maggiore dinastia industriale italiana (“Agnelli segreti”, “I lupi e gli agnelli”), intervenendo nella trasmissione web-radio “Forme d’Onda”, Moncalvo sottolinea lo squallore della situazione italiana, di fronte allo “scippo” francese propiziato da «rabbini e grembiulini vicini a John Elkann». Moncalvo, che ha seguito da vicino anche l’ingloriosa saga dell’eredità di Gianni Agnelli, ha scoperto che il grosso del denaro di famiglia è tuttora custodito all’estero, in un caveau all’aeroporto di Ginevra, fuori dalla portata del fisco italiano. Sempre Moncalvo racconta che la Fiat, “scomunicata” dagli Usa nel 1945 per gli enormi benefici ottenuti dalle commesse belliche del regime fascista, fu improvvisamente riabilitata (e inserita nel Piano Marshall) grazie ai buoni uffici di Pamela Harriman, nuora di Churchill e buona amica dell’allora giovane Avvocato. A partire proprio dal dopoguerra, però – sostiene Moncalvo – il vero timone della Fiat passò nelle mani di Wall Street. Morto il problematico Edoardo Agnelli, che aveva annunciato la sua intenzione di avere voce in capitolo nel destino della Fiat, il gruppo torinese è stato affidato al ramo familiare Elkann.
Scomparso anche Gianni Agnelli, i suoi storici collaboratori – Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens – hanno fatto in modo, d’intesa con la vedova dell’Avvocato, che tutto il potere finisse nelle mani dell’allora giovanissimo John Elkann. Due anni dopo, la finanza Usa ha “spedito” a Torino il super-manager bancario Sergio Marchionne, che ha finto di rilanciare gli stabilimenti italiani per poi invece siglare l’accordo con Chrysler e trasferire il cuore del gruppo a Detroit, con il varo del marchio Fca. E oggi, appena un anno dopo la prematura morte di Marchionne, il gruppo formalmente rappresentato da John Elkann sembra voler “sbaraccare” quel che resta della Fiat in Italia, cedendo il controllo dell’ex impero al paese che più sta danneggiando l’Italia, sul piano industriale: la Francia. Secondo gli analisti, segnala il “Fatto Quotidiano”, la volontà francese di restare alla guida del nuovo gruppo sarebbe evidente anche dai numeri dell’operazione. Il gruppo Psa riconosce ai soci Fca un premio da 6,7 Marchionnemiliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l’inizio delle indiscrezioni sulle nozze. Senza contare che la cifra in questione sarebbe anche al netto del dividendo straordinario di Fca – 5,5 miliardi, di cui di cui 1,6 destinati ad Exor, la cassaforte degli Agnelli – e delle quote di Faurecia e Comau che verranno distribuite ai soci.
«Psa sta sostanzialmente comprando Fca», ha spiegato senza mezzi termini la società di consulenza Equita, secondo cui i francesi hanno pagato «un buon premio» agli Elkann e si sono assicurati la “maggioranza” per il controllo del nuovo gruppo. Come ha spiegato a “Bloomberg” Philippe Houchois, analista di “Jefferies”, «Psa sta pagando un premio del 32% per assumere il controllo di Fca». Sottraendo dal gruppo italo-americano i 5,5 miliardi del dividendo straordinario e il valore della quota di Comau (circa 250 milioni di euro), e da quello francese il valore della quota in Faurecia (2,7 miliardi), si arriva a una «capitalizzazione di mercato teorica» di 20 miliardi per Peugeot e di 13,25 miliardi per Fca. Sulla base di questi valori e «senza un premio», agli azionisti di Peugeot sarebbe spettato il 60,15% del nuovo gruppo e a quelli di Fca il 39,85%, anziché il 50% a testa John Elkannnegoziato. Insomma, i conti della “fusione alla pari” non tornano, scrive Fiorina Capozzi sul “Fatto”. Del resto, aggiunge, «a Torino era noto da tempo che gli Elkann avessero intenzione di ridimensionare il peso dell’auto nel patrimonio di famiglia».
Non è un mistero neppure che Fca fosse alla ricerca di un partner strategico, come testimonia il tentato “blitz” su Renault, sventato nei mesi scorsi dall’intervento di Macron. Lo Stato francese, socio di Renault, è anche azionista di Psa: segno che «in questo caso, ha fatto bene i suoi conti», chiosa Capozzi. Da parte sua, Moncalvo si domanda che fine faranno, ora, gli operai degli stabilimenti di Cassino, Melfi e Pomigliano d’Arco. Negli ultimi anni la Fiat ha chiuso Termini Imerese e Rivalta, senza contare l’Alfa Romeo di Arese. Nella storica fabbrica torinese di Mirafiori ormai si produce solo il Suv della Maserati, mentre a Cassino si assemblano le Alfa (Giulia, Giulietta e Stelvio), a Melfi la 500 X e la Jeep Renegade, a Pomigliano la Panda. La Cinquecento è prodotta in Polonia, le grandi Jeep in Brasile e in India, la Tipo in Turchia. Il gruppo oggi avrebbe 130.000 dipendenti, in 119 stabilimenti distribuiti nel mondo. Drammatico, negli ultimi anni, il crollo dei livelli occupazionali italiani. Negli anni Sessanta, Mirafiori dava lavoro a 65.000 operai. Oggi, le poche migliaia di addetti rimasti si limitano all’unica linea attiva, quella della Maserati Levante. Residuo futuro per l’ex Fiat? La famiglia Elkann sembra volersene lavare le mani. D’ora in poi a dettare legge saranno i francesi. E addio al made in Italy nel settore auto, simbolo per mezzo secolo della capacità industriale italiana in Europa.

domenica 3 novembre 2019

The Magliano Weekly is out! Edition of 03 November 2019


Domenica 3 Novembre
The Magliano Weekly
Il Settimanale di Magliano de' Marsi
Published by
malleani
03 November 2019
World Business Leisure #a25
Today's headline
Un solo numero civico per troppe abitazioni. I disagi di alcuni cittadini di Magliano
thumbnail terremarsicane­.it - Magliano dei Marsi – Cosa accade quando lo stesso numero civico vale per tante abitazioni? Ce lo ha raccontato un cittadino di Magliano dei Marsi. Uno dei tanti che risiede lungo Via Massa d'Albe. La…
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sabato 2 novembre 2019

PROCESSO A CARLO I D'ANGIÒ. ATTO FINALE


PROCESSO A CARLO I D'ANGIÒ. ATTO FINALE - MarsicaWeb
Posted: 31 Oct 2019 10:17 AM PDT

venerdì 1 novembre 2019

“Processo a Carlo I D’Angiò” a Scurcola Marsicana, l’incredibile fusione della realtà con la fantasia


SCURCOLA MARSICANA – Nello svolgimento del “Processo a Carlo I D’Angiò”, che si è svolto presso la sala del locale “Piazza Grande” sito in via Tiburtina Valeria a ridosso di Scurcola Marsicana, si è assistito ad una incredibile, inverosimile, situazione. La fusione della realtà con la fantasia.
L’evento è stato organizzato dal Centro Studi Carlo I D’Angiò il cui presidente, l’arch. Lorenzo Fallocco, ha voluto sottolineare  che: “Un incontro così particolare e di ricerca storica è di certo la migliore  conclusione per i festeggiamenti  del 750° anniversario della Battaglia dei Piani Palentini detta di Tagliacozzo.  Quest’anno davvero significativi gli eventi che hanno maggiormente dato rilevanza  all’attività del mio Direttivo. Dal Premio Internazionale Carlo D’Angiò giunto alla XIV edizione, al supporto dato al percorso straordinario effettuato da “marsicaMedioevale” riuscita a creare una rete tra le amministrazioni comunali.  A tal proposito vorrei ricordare che l’organizzazione vede la partecipazione della Regione Abruzzo, della Regione Lazio e della Regione Campania con i propri Comuni. Ritengo che il maggior riconoscimento, all’evento storico, è stato dato dalla visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella il 6 luglio 2019.”
La Corte di Giustizia  del processo a Carlo I D’Angiò è stata così costituita:
Presidente:        Dott. Brizio Montinaro
Giudici:               avv. Giovanni Fracassi e Eligio Eboli
Accusa:               avv. Giovanni Marcangeli
Difesa:                avv. Leonardo Casciere
Imputato:           Carlo I D’Angiò                     Alberto Santucci
Vittima:               Corradino di Svevia             Federico Acierno
Parte lesa:           Elisabetta di Wittersbach:    Ersilia D’Alessandro
Testimoni:           Galvaro Lancia:                    Roberto Caffari
Alardo di Valery:                  Daniele Imperiale
Un incontro che ha dato la possibilità di scoprire pagine di storia, analisi delle ricerche di studiosi italiani e esteri, accadimenti e considerazioni di un periodo epocale per le sorti della Nazione Italiana e dell’Europa. Veementi gli interventi degli avvocati della difesa e dell’accusa, enunciatore di dati e approfondimenti l’avv. Giovanni Marcangeli, forte e incisiva la difesa dell’avv. Leonardo Casciere.

Dopo le dovute precisazioni  delle conclusioni, il giudice dott. Brizio Montanaro ha dato lettura del dispositivo come di seguito
P.Q.M.
riconosciuta la penale responsabilità di Carlo D’Angiò per siffatti gravissimi reati e, data la rilevanza unicamente storica di questo giudizio, emette neui suoi confronti una pronunzia di pesantissimo disvalore umano, poòlitico e sociale e lo addita come assolutamente indegno di essere annoverato tra i grandi della storia, per aver egli, con la sua cecità politica ed umana, interrotto ai danni dell’Italia e soprattutto del Meridione, la svolta colta, illuminata, progressista e moderna avviata da Federico secondo, proseguita fattivamente da Manfredi e che il giovane Corradino si accingeva a portare avanti, svolta che con ogni probabilità fin da quei tempi avrebbe prodotto in Italia e forse un importante sviluppo culturale, politico, religioso, economico e sociale.
Così deciso in Scurcola il 27 ottobre 2019  – I componenti la Corte.”
Un processo visto nell’ottica moderna, con le leggi di oggi, ma soprattutto con la morale odierna.  Ben diversa, probabilmente, la sentenza nel periodo degli avvenimenti.
Resta la soddisfazione della viva attenzione del pubblico. Ospiti il Commissario Prefettizio della Città di Avezzano il dott.  Marco Passerotti, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano l’avv. Franco Colucci, il sindaco Maria Olimpia Morgante di Scurcola che ha dato il saluto di benvenuto alla numerosa platea, il sindaco di Magliano dei Marsi  Mariangela AmiconiNazzareno Lucci sindaco di Massa d’Albe, per San Benedetto dei Marsi Quirino D’Orazio.

Meritati applausi alla interpretazione di Alberto Santucci nel ruolo di Carlo D’Angiò, dei testimoni: Roberto Caffari e Daniele Imperiale, impeccabili nel ruolo di giudici l’avv. Giovanni Fracassi e Eligio Eboli. Dolcezza materna espressa da Ersilia D’Alessandro, composto Federico Acierno nel ruolo di Corradino.
Grande merito e, soprattutto, un grazie ai figuranti che continuamente e costantemente con la loro presenza arricchiscono gli eventi  dimostrando il grande attaccamento alla propria comunità.

“AVVISO PUBBLICO APPROVAZIONE GRADUATORIA DEFINITIVA CON SORTEGGIO CONCORRENTI A PARITA’ DI PUNTEGGIO BANDO GENERALE ALLOGGI POPOLARI 2019” più 1 altro/i articolo/i


Posted: 30 Oct 2019 04:00 PM PDT
AVVISO PUBBLICO APPROVAZIONE GRADUATORIA DEFINITIVA CON SORTEGGIO CONCORRENTI A PARITA’ DI PUNTEGGIO BANDO GENERALE ALLOGGI POPOLARI 2019
Allegati
Posted: 30 Oct 2019 04:00 PM PDT
NAVETTA GRATUITA PER CIMITERO FESTA DI TUTTI SANTI E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI 1 - 2 NOVEMBRE 2019
Allegati

giovedì 31 ottobre 2019

Mercatini di Natale a Magliano de' Marsi


Magliano de' Marsi
Aggiornamento  31 ottobre 2019
NOTIZIE

Mercatini di Natale a Magliano de' Marsi
Torna l'appuntamento natalizio con i mercatini tematici organizzati a Magliano de' Marsi grazie all'energia propositiva della Pro Loco; anche ...
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