| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Magliano de' Marsi, comune della Marsica in provincia di L'Aquila (Unofficial Website)
domenica 20 gennaio 2019
The Magliano Weekly is out! Edition of 20 January 2019
sabato 19 gennaio 2019
Il Corriere di Magliano is out! Edition of 19 gennaio 2019
| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
venerdì 18 gennaio 2019
Monopolio in cambio di censura. Così nacque il copyright
Coloro che si oppongono alla direttiva europea sul copyright (approvata il 12 settembre 2018) contestano in particolare due articoli: l’11 e il 13. Quest’ultimo, in particolare, introduce i famigerati filtri in upload sul materiale caricato dagli utenti, ma non punisce in nessun modo chi afferma in modo infondato di detenere diritti di proprietà intellettuale su certi materiali. Questa è una delle tante leggi che, per dirla con Rick Falkvinge, se applicate al “vecchio mondo analogico” suonerebbero assurde e ridicole. Illuminante l’esempio di Cory Doctorow:
Non puoi andare al cinema e, a un certo punto del film, urlare “Detengo i diritti intellettuali su quella canzone” e far interrompere il film
Condivisibile, dunque, la preoccupazione di chi -come gli Anonymous- denuncia il rischio che la violazione di copyright possa diventare una pretesto largamente utilizzato per impedire la pubblicazione di materiali (siano essi testi, immagini, video, qualsiasi cosa) ritenuti scomodi per tutt’altre ragioni.
In una parola: che si possa arrivare alla censura.
In una parola: che si possa arrivare alla censura.
Questo scenario, del resto, non sarebbe certo una novità. Anzi: è esattamente così che è nato il copyright.
Il copyright fu inventato in Inghilterra nel 1557, regnante quella Maria I Tudor passata alla storia col soprannome di Bloody Mary. Come racconta Mauro Pili nel suo saggio sulla storia del movimento pirata:
Maria I aveva ereditato un’ Inghilterra protestante da suo padre, che aveva convertito l’intero paese dal cattolicesimo solo per divorziare da sua madre (e passare a sposare una mezza dozzina di altre donne in sequenza). Maria non era molto felice del trattamento di sua madre ed era stata allevata come cattolica; vide come suo dovere convertire l’Inghilterra di nuovo al cattolicesimo, indipendentemente dal costo in sangue.
Prese il trono a suo cugino nel 1553 e iniziò un giro di vite sui dissidenti politici che ancora oggi le fa guadagnare il soprannome di “Bloody Mary” (…) Oltre 280 dissidenti furono bruciati vivi per ordine di Maria I, come monito per gli altri.
In questo contesto, cercò un mezzo ulteriore per sopprimere la libertà di parola e di dissenso politico. Vedendo che in Francia contro la stampa la pena di morte aveva fallito miseramente, scelse una diabolica alleanza tra il capitale e la corona. Maria I° consegnò il monopolio della stampa il 4 maggio 1557 alla London Company of Stationers. In cambio di un monopolio lucrativo sulla stampa in tutta l’Inghilterra, la società si accordò a non stampare nulla che i censori della Corona ritenessero politicamente insubordinato.
Nulla di sorprendente, in fin dei conti. Uno Stato, quando impedisce la circolazione di un libro (o di un qualsiasi contenuto multimediale, al giorno d’oggi) fa oggettivamente più bella figura se dice che lo sta facendo per tutelare un diritto (la proprietà intellettuale) di qualcuno, anziché per censurare un pensiero critico.
Oggi come allora, la difesa della cosiddetta “proprietà intellettuale” (che alcuni economisti più propriamente chiamano monopolio intellettuale) rischia di diventare un grimandello con cui scardinare la libera circolazione delle idee e della conoscenza. I censori non sono più esseri umani, ma bot automatizzati i cui criteri di funzionamento possono solo essere immaginati, visto che di solito il loro codice sorgente non è certo aperto.
Qualcuno potrebbe pensare che questi timori siano frutto di paranoie e preoccupazioni eccessive; eppure c’è chi ha già avuto un’anteprima di cosa potrebbe essere il domani. L’eurodeputata Julia Reda, ad agosto 2018, ha raccontato di aver visto sparire dal “principale motore di ricerca al mondo” alcuni suoi articoli su…la possibilità che alcuni articoli venissero rimossi.
E quegli articoli parlavano proprio dei bot per la censura automatica.
E quegli articoli parlavano proprio dei bot per la censura automatica.
giovedì 17 gennaio 2019
“SANT’ANDONO VE’ PE LA VIA”. STORIA DEL CULTO DI SANT’ANTONIO ABATE A MAGLIANO DEI MARSI
"SANT'ANDONO VE' PE LA VIA". STORIA DEL CULTO DI SANT'ANTONIO ABATE A MAGLIANO DEI MARSI Marsica Web di Americo Tangredi
MAGLIANO DEI MARSI – La figura del Santo e Anacoreta Antonio è tra le più conosciute e venerate della storia del cristianesimo. Una figura di santo che entra nelle diverse tradizioni popolari italiane e non solo: riti legati al fuoco, agli animali ma anche ad una forte solidarietà tra gli uomini. In questo articolo parleremo dei riti e delle vicende legate al culto di Sant’Antonio Abate a Magliano dei Marsi e lo faremo tramite un documento antico concesso proprio a MarsicaWeb dal professor Rodolfo Tavani-Aloysi la memoria storica del paese.
Nel documento, che risale all’inizio dell’800, si possono leggere delle notizie sorprendenti ma anche degli avvenimenti che possono provocarci qualche risata. Emergono parecchi dettagli che ci mostrano anche il cuore generoso dei maglianesi. Ma ora lasciamo parlare il documento:
“[…] La Compagnia del SS. Sacramento di detto luogo (Magliano dei Marsi) per legato nel giorno di Venerdì Santo, e nel giorno di 17 gennaio in ogni anno per ogni casa distribuisce una Palatella di pane in circa tre libbre ed al cappellano della chiesa di sant’Antonio nove pagnottelle con una pizza con qualche altra ricognizione. […] Nel venerdì santo del 1802 fu fatta la solita distribuzione del pane da Luigi Tavani, Bernardino De Simone ed altro compagno, procuratori della riferita Compagnia del SS.mo, dà quali non furono date nove pagnottelle con la pizza […] con la pretenzione spettare detta ricognizione al sacerdote don Domenico Tavani per il nome del cappellano […] Nell’altra distribuzione di detto pane il 17 gennaio del 1803, fatta da’medesimi procuratori, consegnarono alla casa Pozzi come a tutte le altre case la solita porzione del pane, e pagnotte tre per il canonico, il quale trovandosi in sua casa stimandosi novamente defraudato come nel Venerdì Santo, uscì di casa e disse a’ Procuratori: – Perché mi levate il pane che mi spetta come me lo levaste il Venerdì Santo, avendo io servita la chiesa di S. Antonio?- Risposero che nel Venerdì Santo fu dato al signor don Domenico Tavani, ed ora si è dato distributivamente a tutti i signori canonici, pagnottelle tre, avendo ricevuto l’ordine che si soddisfino e Messe per turnum. A questa risposta il signor canonico Pozzi disse: Se non me lo date voi, me le prendo io!- e si inviò verso la salma del pane, e prendendolo Luigi Tavani uno dè procuratori per impedire la presa, con una mano prese detto canonico nella parte sinistra, e con l’altra mano gli la pose in testa; cadde il detto pane per terra e restò calpestato dal Tavani.”
Nel documento sopraccitato emergono, oltre l’ilarità della storia, alcuni punti interessanti: la presenza di una chiesa e la distribuzione del pane. La chiesa dedicata al santo egiziano sorgeva lungo via Petronilla Paolini (il noto giro di Tornoterra) accanto all’antico municipio del paese e ad un ospedale dedito a ricovero per malati, anziani e pellegrini. Su tale edificio religioso abbiamo scarse notizie, sappiamo solo che era gestito dalla Confraternita del Santissimo Sacramento – tutt’ora esistente- retto da alcuni canonici e che, al suo interno, aveva una pregiata statua lignea della Madonna Addolorata tutt’ora misteriosamente scomparsa. Anche la distribuzione del pane, se pur modernamente mutata, è rimasta.
Magliano celebra la solennità di Sant’Antonio Abate il 17 di gennaio, giorno della sua nascita in Cielo, ed è uno dei paesi marsicani che lo celebra per ultimo. Dopo la celebrazione della Santa Messa viene portata in spalla una pregevole statua lignea del santo lungo via Petronilla Paolini. Conclusasi la processione il parroco del paese benedice il fuoco, gli animali ed il pane che viene consegnato al popolo e da qualche anno, il locale gruppo alpini prepara un succulento piatto di ceci. Come ultimo atto della celebrazione di Sant’Antonio Abate vengono presi dei pezzi di legna del fuoco benedetto che vengono portati a casa, quasi ad essere un feticcio che pur non essendo oggetti di un culto diretto possiederebbero delle proprietà salvifiche.
«Il solo fatto – scrive Sant’Atanasio nella sua Vita di Sant’Antonio- di ricordarmi di Antonio è in effetti un grande guadagno anche per me. So bene che anche voi, quando ne avrete sentito parlare, proverete ammirazione per quell’uomo e desidererete imitarne l’intento».
martedì 15 gennaio 2019
Magliano de' Marsi incontra Padre Fabio Pallotta, della missione italiana a Santiago de Compostela
Magliano de' Marsi incontra Padre Fabio Pallotta, della missione italiana a Santiago de Compostela Marsicanews
Magliano de’ Marsi – Domenica 27 gennaio 2019 presso la chiesa parrocchiale di Santa Lucia a Magliano dei Marsi, i Padri e le Suore Guanelliani della missione Italiana a Santiago de Compostela organizzano per i pellegrini “l’incontro di ritorno”.
Alle ore 11.00 sarà celebrata la Santa Messa ed alle ore 12.00 Padre Fabio Pallottaspiegherà : “il Portico della Gloria” di Santiago de Compostela. Santiago de Compostela è la città spagnola capoluogo della comunità autonoma della Galizia. La sua notorietà è dovuta al fatto che da oltre un millennio è, secondo la tradizione cristiana, sede delle spoglie mortali di Giacomo il Maggiore, apostolo di Gesù. Santiago di Compostela, e il famoso cammino del pellegrinaggio omonimo, sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985. La città è luogo di peregrinazioni religiose di devoti provenienti da tutto il mondo. I Padri Guanelliani sono a Santiago dal 2010, nelle ultime due tappe del Cammino si occupano dei pellegrini ( circa 400/500 mila all’anno) ma soprattutto di quelli di lingua italiana, il secondo popolo a percorrere il cammino di Santiago, più numeroso dopo quello spagnolo. Padre Fabio Pallotta, Superiore della Missione dei Guanelliani a Santiago, sarà presente a Magliano il prossimo 27 gennaio presso la Chiesa di Santa Lucia per “l’incontro di ritorno”. Info e contatti : 348.8926522
lunedì 14 gennaio 2019
“Il terremoto della Marsica. Un racconto, una tragedia… (foto rare, testimonianze, i dati)” più 4 altro/i articolo/i
Il terremoto della Marsica. Un racconto, una tragedia… (foto rare, testimonianze, i dati) - Terre Marsicane
Posted: 14 Jan 2019 12:34 AM PST
Il terremoto della Marsica. Un racconto, una tragedia… (foto rare, testimonianze, i dati) Terre Marsicane
Molti sono stati gli interventi di vari e autorevoli scrittori, studiosi e giornalisti che hanno scritto intorno alla catastrofica giornata del 13 Gennaio 1915 e molti ... This posting includes an audio/video/photo media file: Download Now |
Posted: 13 Jan 2019 03:36 PM PST
IL SINDACO Ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 8 settembre 2000, n. 299 e dell'art. 1, comma 400, lett. g) della Legge 27 dicembre 2013, n. 147
RENDE NOTO che in occasione di tutte le consultazioni elettorali o referendarie, allo scopo di rilasciare, previa annotazione in apposito registro, le tessere elettorali non consegnate o i duplicati delle tessere in caso di deterioramento, esaurimento spazi, smarrimento o furto dell'originale, l'Ufficio elettorale comunale resta aperto nei due giorni antecedenti la consultazione dalle ore 9 alle ore 18 e nel giorno della votazione per tutta la durata delle operazioni di voto. Ove, per qualsiasi motivo, non sia possibile il rilascio, la sostituzione o il rinnovo immediato della tessera o del duplicato, è consegnato all'elettore un attestato sostitutivo della tessera ai soli fini dell'esercizio del diritto di voto per quella consultazione. Per ulteriori informazioni rivolgersi all'Ufficio elettorale comunale. |
Posted: 13 Jan 2019 03:36 PM PST
IL SINDACO
Vista la Legge Regionale 2 aprile 2013 n. 9 recante "Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale" e successive modificazioni; Visto l'art. 6 della legge 8 marzo 1989 n. 95, recante norme per l'istituzione dell'albo delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio elettorale, e successive modificazioni; Visto l'art. 9 della legge 23 aprile 1976, n. 136, contenente norme sulla riduzione dei termini e sulla semplificazione del procedimento elettorale, e successive modificazioni; Visto il decreto del Presidente Vicario della Giunta Regionale n. 72 del 21.09.2018 con il quale sono stati convocati per il giorno 10 febbraio 2019 i comizi elettorali per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale;
RENDE NOTO
che la Commissione elettorale comunale è convocata nella sede del Comune in pubblica adunanza per il giorno 16 gennaio 2019, alle ore 16,00, per procedere alla nomina degli scrutatori che saranno destinati agli uffici elettorali di sezione per le elezioni regionali di domenica 10 febbraio 2019. Magliano de' Marsi, addì 14 gennaio 2019
IL SINDACO
Avv. Mariangela Amiconi
|
MAGLIANO DEI MARSI. IL TRADIZIONALE GIOCO DEL CACIO PASSA ANCHE TRA LE MANI DEI GIOVANI DEL LUOGO - Marsica Web
Posted: 13 Jan 2019 02:17 PM PST
|
MAGLIANO DEI MARSI – Un freddo pomeriggio domenicale è stato lo scenario in cui si è svolta un’interessante partita del tradizionale gioco del cacio nel cuore storico di Magliano dei Marsi. Protagonisti di questa sfida sono state due squadre composte da giovani sia del luogo e sia dei paesi limitrofi. La squadra numero 1 era composta da Daniele Allegritti, Antonio Di Girolamo e Andrea Belardinelli mentre la squadra numero 2 era composta da Fabrizio Maurizi, Giovanni Venditti e Antony Di Genova.
Dall’Appellaturo – luogo di partenza di questo gioco- entrambe le squadre hanno iniziato la loro personale sfida. Ogni giocatore con la propria cultura di provenienza, con la propria forza, con la loro fortuna ma soprattutto con una grande pazienza: ma tutti accomunati da una voglia di passare un pomeriggio diverso dal solito, all’insegna della riscoperta della tradizione locale.
«Giocare al gioco del cacio – afferma Antonio Di Girolamo detto Maccio – è una bellissima tradizione che ci è stata tramandata dai nostri antenati. Ciò che è stupendo, e che si può vedere specialmente nel sabato e nella domenica, è la partecipazione di ragazzi dai 15 anni in su inseme ad adulti ed anziani. E’ un dovere per noi giovani tramandare questo gioco, anche perché è bellissimo».
Tra un’errore, una risata e qualche momento in cui si è percepita una sana competizione agonistica, la partita si è sviluppata lungo il giro di Tornoterra. Tra gli sguardi, i consigli e qualche sfottò dei più grandi la partita è andata avanti per i due tiri canonici del gioco più il giro di bella o di rivincita.
«Questa è la seconda volta – afferma Giovanni Venditti giovane di Villa San Sebastiano – che gioco al gioco del cacio. Mi hanno coinvolto i miei amici ed io ogni volta partecipo molto volentieri. È abbastanza divertente e possiede il potere di creare un legame tra le persone, anche se qualche volta si discute: in fin dei conti è pur sempre un gioco».
Alla fine la partita è stata vinta dalla squadra numero 2, ma ciò non è tanto importante: ciò che è davvero fondamentale è che a vincere questa volta non è stata la tecnologia ma bensì la tradizione. Non a caso tale sfida si è svolta nel pomeriggio del 13 gennaio, una data che per i marsicani segna la fine di un mondo con annessa desolazione e tristezza, ma segna anche l’inizio di una nuova rinascita con una forte speranza per il futuro. Questa semplice sfida tra amici può dare un briciolo di speranza a tutti quelli che erroneamente pensano che i giovani non sono interessanti alle tradizioni del proprio paese: e si può ben affermare che per Magliano ed i suoi giovani la tradizione passa attraverso un tiro a cacio.
Posted: 13 Jan 2019 02:17 PM PST
Alle 7:52 del 13 gennaio 1915, Silone: "S'è fatto d'improvviso una fitta nebbia…" Marsicanews
Avezzano – Era la mattina del 13 gennaio 1915, alle 7 e 52 minuti e 43 secondi una violentissima scossa di magnitudo 7 della scala Richter seminò distruzione ... This posting includes an audio/video/photo media file: Download Now |
domenica 13 gennaio 2019
“QUANDO L’AVVOCATO TAVANI VENNE SALVATO DAL PATRETERNO”. MAGLIANO DEI MARSI, 13 GENNAIO 1915, STORIE DI UN TERREMOTO
Posted: 12 Jan 2019 03:35 PM PST
|
MAGLIANO DEI MARSI – Ci sono date ed eventi che rimangono impresse nel cuore della gente, quasi a voler indicare l’importanza ed il ricordo che viene dato ad esso. Per noi marsicani è il 13 gennaio 1915: una data che segna la fine tragica di un mondo ma nello stesso tempo traccia le linee di un nuova realtà. In questo articolo, grazie alla memoria storica del noto professor Rodolfo Tavani-Aloysi, vi racconteremo due episodi che hanno coinvolto due cittadini di Magliano: il giudice Pietro d’Alessandro-Tavani- padre del professor Tavani- ed il povero Zorro.
“Al mattino presto di buon’ora siamo arrivati a Magliano, un paesino pulito e fiorente di millecinquecento abitanti, situato su di un’altura isolata sotto il maestoso monte Velino e dal quale si gode una veduta ampia sui Campi Palentini. A Magliano le strade sono pulite, le case in buon ordine e stato; la piazza poi, un lato della quale è formata dal palazzo Masciarelli, è un esemplare perfetto di tranquillità proprietà feudale”. Queste sono le parole del noto viaggiatore e saggista inglese Edward Lear che visitò Magliano tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento. Era un paesino tranquillo, adagiato sulla collina dove spiccava il campanile della chiesa di Santa Lucia da qualche anno costruito. C’era il primo supermercato gestito dalla famiglia Gentile, era dotato di corrente elettrica, aveva una fornace di mattoni: anche l’arte era molto sviluppata, c’era il noto pittore Vincenzo Ciaciarelli. Nessuno immaginava che di li a poco tutto ciò di botto scomparisse: anche se, la popolazione di Magliano già aveva subito i danni del terremoto del febbraio del 1904 che non procurò morti, ma solo ingenti danni.
Pietro d’Alessandro-Tavani aveva 31 anni ed era giudice presso il tribunale di Avezzano e viveva nella sua casa che si trovava tra l’attuale Largo San Rocco e Via Petronilla Paolini. La mattina del 13 gennaio del 1915 si era svegliato di buon ora, pronto per una nuova giornata lavorativa. Pietro aveva il vizio del fumo, e non disdegnava una sigaretta di prima mattina: ma sua madre odiava che si fumasse all’interno dell’abitazione. Decise di fumare fuori dalla finestra e proprio in quel momento, erano le 7;52, andò in scena il terribile terremoto. L’avvocato crollò insieme alla sua prestigiosa abitazione e si ritrovò sepolto fino a metà corpo dalle macerie ed una trave del tetto. Era miracolosamente vivo. Non riuscì però a capire cosa fosse successo, ciò che rimaneva del paese era avvolto da una grande nube di polvere: quando sentì le urla, i pianti e la disperazione dei suoi concittadini capì benissimo la portata della tragedia. Passarono le ore e la nube si diradò e da un foro tra le macerie riuscì a scrutare una figura a lui conosciuta: tale Antonio Di Benedetto, detto “Glio Patreterno”. “Antò, Antò.. aiutame a uscì” urlò Pietro che non poteva muoversi vista la situazione. Antonio si fermò e riconosciuta la sua voce esclamò: “Oh, avvocà ecco sta!” e dopo aver assicurato che la sua famiglia, che viveva nella zona orma scomparsa detta Cauto lo andò a salvare. Pietro sopravvisse al sisma e più in la divenne anche sindaco della rinascente Magliano.
Una sorte meno fortunata toccò al povero Zorro, di cui il tempo ha cancellato nome e cognome. Egli era uno dei personaggi ruspanti che animava allegramente la vita del paese: non era sposato ed era dedito, oltre al duro lavoro, al bere molto vino. Viveva nella periferia di Magliano in una di quelle case legate alla tradizione contadina. Nella sua cantina aveva fatto montare una damigiana che gli bastava per un intero anno che riempiva del forte vino che si produceva nel paese. La mattina del 13 gennaio del 1915, era sceso in cantina, come faceva quotidianamente, per bere un po’ di quel vinello. La casa crollò e Zorro rimase sigillato dentro la cantina: ma lui non ebbe problemi, aveva il cibo ma soprattutto il suo vino. Le squadre di soccorso giunsero tardi nel luogo dove viveva Zorro e riuscirono a salvarlo: ma commisero un gesto sbagliato. Avendolo estratto dopo alcuni giorni non gli coprirono gli occhi con una benda: il povero Zorro, in la con gli anni, morì per una retinopatia qualche ora dopo che venne estratto vivo dai soccorritori.
In quella fredda mattina di 104 anni fa morirono 561 persone altre 60 ne morirono nei mesi successivi nei diversi ospedali d’Italia. Magliano fu privata di 621 dei suoi figli: nonostante ciò, il cuore testardo dei maglianesi ebbe la meglio e con il tempo ricostruì il paese. E’ un dovere al limite del sacro per noi Marsicani ricordare ciò che è successo in quella fredda mattina del 13 gennaio 1915: per onorare i morti, ricordare i sopravvissuti ma soprattutto quello di spronare le coscienze ad una maggiore prevenzione verso il rischio sismico.
Iscriviti a:
Post (Atom)