giovedì 22 settembre 2022

ANGELO VASSALLO / DOPO 12 ANNI SPIRAGLI DI GIUSTIZIA

Finalmente spiragli di luce sull’omicidio di Angelo Vassallo, ammazzato 12 anni fa.

Alla base dell’assassinio, la ferma volontà del sindaco-pescatore di Pollica di voler fermare i traffici di droga che ruotavano intorno al porto di Acciaroli.

Nove gli indagati nel fresco fascicolo processuale della procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli. Tra gli indagati con pesantissimi capi d’accusa anche nomi eccellenti dei carabinieri, primo fra tutti il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, figlio del generale della Benemerita Domenico, implicato in svariate storie di mafia.

Per anni e anni le indagini hanno brancolato nel buio, contrassegnate anche da depistaggi in piena regola: soprattutto quelle che hanno puntato i riflettori – ispirate proprio da Fabio Cagnazzo – su uno spacciatore di origini brasiliane, Bruno Humberto Damiano, la cui posizione è stata poi per ben due volte archiviata. Ma tutto è stato funzionale a ‘depistare’, far perdere tempo prezioso, indagare su personaggi che non c’entravano niente con il caso e invece ‘dimenticare’ di cercare i veri responsabili dell’efferato assassinio nonché dei traffici di droga.

La ‘Voce’ da anni segue il caso e ha indicato proprio quella pista che ora viene finalmente battuta con efficacia. Un altro fondamentale contributo giornalistico è arrivato, in questi anni, dalle ‘Iene’, che hanno realizzato alcuni reportage al calor bianco dove si parlava espressamente del coinvolgimento di alcuni carabinieri, anche di grosso spessore.

Ma partiamo dalle news.

Le fresche accuse formulate dalla procura di Salerno sono contenute in un decreto di perquisizione eseguito dai carabinieri del ROS di Roma e di Salerno, sezione crimini violenti. 9 gli indagati del nuovo fascicolo d’inchiesta. Di essi 6 devono rispondere di ‘concorso in omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga’, con l’aggravante camorristica: Fabio Cagnazzo, il carabiniere Luigi Molaro, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi; i due camorristi Romolo Ridosso e Salvatore Ridosso, del clan Scafati-Loreto-Ridosso; il titolare di una sala cinematografica a Scafati, Giuseppe Cipriano, alias ‘Peppe Odeon’.

Di particolare rilievo la figura di Cioffi, il brigadiere da poco condannato a 15 anni di galera per traffico di droga, dopo una minuziosa indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sul clan Fucito.

...segue:

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