Da mesi, denigrare la Svezia per la sua gestione della pandemia Covid-19 provocata dal virus Sars-CoV-2 è diventato uno sport internazionale. In Italia di più, come ben si spiega qui https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/svezia-e-coronavirus/
Non vi si sottraggono nemmeno due italiani https://lanuovaprovincia.it/attualita/due-astigiani-in-svezia-raccontano-qui-chi-indossa-la-mascherina-viene-preso-per-matto/ emigrati da pochi anni nel paese scandinavo, supponiamo a scopo lavorativo. La Svezia ha un numero di stranieri di gran lunga superiore all’Italia, sia perché risulta più attraente lavorare là che per esempio in Italia, sia per le sue politiche di accoglienza nei confronti di rifugiati da molti paesi, anche quelli presi di mira da guerre alle quali il paese scandinavo, che della Nato non è membro ma solo partner, non ha preso parte.
I due italiani in Svezia, certo, non sono obbligati a parlare bene del paese che li ha accolti. E possono essere sicuri che le loro critiche non provocheranno loro alcun danno. Ma fanno affermazioni troppo paradossali per essere taciute. Nel loro racconto si mescolano isteria e campanilismo – degno di miglior causa. Il tutto rivela una serie di equivoci che la fifa inconsulta non basta a giustificare. Ecco qua.
1) I due dicono: “l’Italia e gli italiani escono da questa vicenda molto meglio degli svedesi e oggi più che mai ci sentiamo orgogliosi del nostro paese”. Andiamo! L’ Italia non ne esce affatto meglio della Svezia e gli elogi da parte dell’Oms non fanno testo di fronte agli stessi dati mondiali ufficiali, i quali indicano che lo Stivale ha una mortalità per milione di abitanti superiore a quella del paese scandinavo e inferiore solo a Usa, Uk e pochissimi altri paesi al mondo. Quindi, altro che esempio virtuoso, quello del paese mediterraneo.
2) L’ Italia ha avuto questo risultato sconcertante pur attuando più a lungo di tutti le misure di “contenimento”: blocco delle attività, confinamento domestico, distanziamenti e dispositivi per il pubblico generale. Ovviamente il lavoro e l’economia ne hanno risentito. L’ ambiente ne ha tratto vantaggio, ma per poco tempo.
3) I due riportano scandalizzati il caso di un medico che in Svezia ha contagiato pazienti…. Ebbene, sappiano che in Italia è successo infinite volte!
4) Secondo i due, la differenza fra Svezia e l’Italia è data dalla finalità con cui sono state stabilite, o meno, le restrizioni sociali: “In Italia è stato deciso, giustamente, di mettere la salute delle persone prima dell’economia, qui no”. Forse i due italiani non capiscono lo svedese (chissà come fa uno dei due a lavorare nel campo dell’educazione, come dichiara…); altrimenti avrebbero appreso dai mezzi d’informazione che la strategia del paese non è così grezza. E a differenza delle autorità italiane le quali dichiarano “rifaremmo tutto”, quelle svedesi (ripetiamo, con una mortalità inferiore a quella italiana) ammettono errori.
5) Ogni svedese, nell’immaginario dei due italiani, si ritiene un semidio: “discendente dal Dio Odino, crede di essere parte di un altro mondo e in questo caso di essere immune al virus”. Osservazione surreale. Una generalizzazione indebita. Un po’ come se uno svedese dicesse: “gli italiani sono razzisti e si credono superiori”.
6) Ma ancor peggio è quest’altra “constatazione”: “ciò che succede fuori dalla Svezia non interessa molto a chi vive qui”. Peccato che il paese dove vivono non mandi aerei a bombardare altri popoli, come hanno fatto tante volte negli ultimi decenni i governi del loro amato (e lasciato) paese di provenienza. E peccato anche che gli svedesi accolgano lavoratori e rifugiati stranieri molto meglio di quanto non faccia l’Italia (fra gli altri). Forse gli italiani vogliono scambiare due chiacchiere con un rifugiato iracheno al quale la Svezia ha pagato un master in suolo e ambiente?
7) Sostengono i due: “Inoltre, anche per quanto riguarda i decessi, esiste un bollettino nazionale e uno regionale, ma senza troppe indicazioni dettagliate”. Domanda: in Italia quali dettagli sono stati forniti sui decessi? In stile pomposo e al tempo stesso vacuo, istituzioni (governo nazionale, regionali, locali), “scienziati” e media hanno cambiato versione molte volte, si sono contraddetti e non hanno spiegato nulla. Sono stati bravissimi nell’incutere panico in una popolazione abituata da secoli a rispettare norme solo se terrorizzata o forzata. La Svezia ha scelto, ammettendo di aver fatto errori, la strada della collaborazione fra governo e cittadini.
8) “Per rispetto dei morti in Italia e per la nostra stessa sicurezza ci siamo isolati il più possibile, indossiamo le mascherine e cerchiamo di mantenere le distanze sociali passando per quelli strani, quasi da compatire”. Ci sfugge che cosa c’entri il rispetto dei morti in Italia (e quelli in Svezia no? Che campanilismo). Anche il fenomeno delle mascherine dovunque, perfino per strada quando si e’ distanziati, caratterizza il panico made in Italy. Se i due espatriati indossano la mascherina in qualunque contesto, si possono immaginare gli sguardi degli svedesi. I quali comunque sono educati e riservati: se le parti fossero invertite, altro che occhiate.
9) Fa parte dell’ isteria, con risvolti inquietanti e inquinanti, anche questa affermazione da parte dei nostri due connazionali: “Facciamo la spesa e la sterilizziamo”. Che cosa vuol dire, di grazia? Usate litri e litri di sostanze chimiche per lavare le confezioni? I sacchetti della pasta? L’ortofrutta? Non vi rendete conto dell’inutilità di queste manovre (magari potreste leggere qui: https://www.scienzainrete.it/articolo/sorvegliare-e-pulire-eccessi-da-sanificazione/donato-greco/2020-05-19) e dell’ impatto di questo atteggiamento, moltiplicato per milioni di persone: inquinamento nel ciclo produttivo, rifiuti dei contenitori; le sanificazioni domestiche e collettive si rivelano una iattura anche per la salute.
10) E’ probabile che i due indossino anche i guanti, altro oggetto inutile e inquinante, usa e getta. Lo hanno fatto assurdamente milioni di italiani… fino a che… l’ OMS ha detto esplicitamente che i guanti per il pubblico generale, fuori da situazioni tipo ospedali o Rsa o simili, sono dannosi. Ma forse la notizia non è arrivata nella little Italy in Svezia.
Marinella Correggia