Magliano de' Marsi, comune della Marsica in provincia di L'Aquila (Unofficial Website)
martedì 10 maggio 2022
lunedì 9 maggio 2022
Nathan Rothschild guadagnò 40 milioni nel 1815 sapendo in anticipo della sconfitta di Napoleone
Conoscere le notizie prima degli altri, sapere quello che deve accadere, prima che lo sappiano gli altri, è sempre stata una prerogativa degli ashkenaziti, resa più facile dalla stretta coesione dei propri gruppi e comunità. Sono stati gli inventori delle “note informative”.
Per molti secoli gli ashkenaziti sono stati il popolo meglio informato del mondo intero: dalle fonti segrete delle Corti e delle Cancellerie, costituite da ashkenaziti privilegiati che occupavano posizione altolocate, essi erano a conoscenza di tutti gli eventi mondiali. Hanno sempre avuto spie dappertutto.
Un esempio interessante e storico di come hanno saputo sfruttare le ultime notizie a proprio vantaggio è costituito dalla carriera di Nathan Rothschild di Londra.
Mayer Amschel Rothschild è l'ashkenazita a capo dell'impero omonimo, ebbe 5 figli che si sparsero per tutta l'Europa per meglio controllare il continente: Nathan a Londra, Jacob a Parigi, Amschel a Francoforte, Carl a Napoli e Solomon a Vienna.
Questo banchiere aveva basato tutti i suoi piani finanziari sul presupposto che Napoleone, in quel tempo esiliato al’Isola d’Elba, fosse eliminato definitivamente dalla scena politica europea.
domenica 8 maggio 2022
The Magliano Weekly domenica 8 mag 2022: Le chiese e le figure ecclesiastiche della Diocesi dei Marsi nel 1898, secondo l'annuario ecclesiastico dell'epoca
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Concorso internazionale “un poster per la pace”: i premi delle 15 scuole medie marsicane
sabato 7 maggio 2022
Il Corriere di Magliano 7 mag 2022: Le chiese e le figure ecclesiastiche della Diocesi dei Marsi nel 1898, secondo l'annuario ecclesiastico dell'epoca
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"Incendi a Magliano de' Marsi: individuato responsabile" più 2 altro/i articolo/i
venerdì 6 maggio 2022
Lo spygate e la guerra tra bande nello stato profondo Italiano
La vecchia massima in voga tra gli antichi romani Excusatio non petita, accusatio manifesta” è spesso fonte di pura verità.
Ed è a questa massima verso la quale il pensiero è immediatamente corso quando ieri, praticamente dal nulla, è spuntato un tweet di Matteo Renzi, nel quale l’ex presidente del Consiglio si affannava a prendere le distanze dal caso del cosiddetto Spygate.
Lo spygate è una intricata vicenda di spionaggio internazionale che aveva come preciso scopo quello di incastrare Donald Trump nel 2016, e di associarlo falsamente al Cremlino.
È un piano eversivo che è stato concepito negli ambienti dello stato profondo di Washington che sarebbe ricorso all’aiuto di un altro stato profondo, quello italiano che ha un legame a doppio filo con il primo dal 1945 in poi.
Altre volte, Renzi aveva risposto alle accuse di aver coinvolto i servizi segreti italiani in questa operazione che vedeva nei suoi principali ispiratori l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e Hillary Clinton, ex segretario di Stato.
La differenza però questa volta sta nel fatto che nessuno sembra aver chiamato direttamente in causa Renzi per un suo eventuale coinvolgimento in questo piano eversivo ai danni di Donald Trump.