venerdì 17 aprile 2020

Il Corriere di Magliano is out! Edition of 17 aprile 2020: Il virologo da Nobel Tarro: “Milano può già riaprire. Il caldo batte il virus"


Il Corriere di Magliano
Il quotidiano di Magliano de' Marsi, comune della Marsica nella provincia de L'Aquila, in Abruzzo.
By malleani
 
Il virologo da Nobel Tarro: "Milano può già riaprire. Il caldo batte il virus" - Affaritaliani.it
affaritaliani­.it
A tu per tu con il prof. Giulio Tarro, premiato in America nel 2018 come "miglior virologo dell'anno" e tra i virologi più importanti al mondo. Candidato al Nobel per la Medicina nel 2015, già alliev…
Shared by Paolo Becchi



giovedì 16 aprile 2020

“Polvere di Lago”, online l’ultimo capitolo del bestseller di Francesco Proia da leggere gratuitamente

 Avezzano. In seguito al decreto dell’11 di marzo, che cerca di limitare al minimo gli spostamenti e prevenire l’ulteriore diffusione del coronavirus, sui social si è diffuso l’hashtag #iorestoacasa , volto a sensibilizzare ulteriormente le persone a non lasciare la propria abitazione.
Ecco quindi che molti, obbligati a questa sorta di quarantena domestica, hanno cercato di impiegare il tempo libero a disposizione nel migliore dei modi, davanti alla tv, suonando, oppure riscoprendo il piacere di leggere.
Purtroppo però, non avendo inserito le librerie tra le attività di interesse pubblico e sociale, è diventato complicato anche trovare qualcosa da leggere. Per venire incontro ai “leggivori” Francesco Proia ha deciso di pubblicare gratuitamente il suo besteller “Polvere di Lago”, adottato ancora oggi in molte scuole della marsica come testo di narrativa e tradotto anche in ingleseIl romanzo verrà pubblicato sulle pagine di MarsicaLive un capitolo al giorno, per tenervi compagnia fino al 4 di aprile, giorno in cui il romanzo verrà cancellato dal sito e, sperando che l’emergenza coronavirus sia rientrata, potremo tornare finalmente a far scorte di libri nelle librerie.
www.marsicalive.it

mercoledì 15 aprile 2020

Area Gold porta 50.000 euro a Magliano de' Marsi


Magliano de' Marsi
Aggiornamento  15 aprile 2020
WEB
Abruzzo, Area Gold porta 50.000 euro a Magliano de' Marsi

Con la Pasqua alle spalle, le sorprese dovrebbero essere solo quelle che i più piccoli hanno trovato all’interno delle uova di cioccolato; ma non è sempre così. Lo sa bene una commessa di Magliano de' Marsi (comune italiano popolato da poco più di 3.500 abitanti e situato nella provincia de L’Aquila, in Abruzzo), che questa mattina si è portata a casa 50.000 euro con un Gratta e Vinci. Il successo, arrivato in una delle poche ricevitorie rimaste aperte nel paese a causa dell’emergenza coronavirus, è stato possibile grazie ad “Area Gold”. La Dea Fortuna ha baciato la commessa che, con una spesa di 10 euro (acquistando due biglietti), si è portata a casa il secondo premio, dopo quello principale da 500.000 euro. Ora per la vincitrice serve solo attendere e, non appena le restrizioni imposte dal DPCM emanato per contrastare la pandemia da covid-19 cesseranno, la vincita potrà essere incassata.
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martedì 14 aprile 2020

“ORDINANZE - CIRCOLARI - COMUNICAZIONI COVID-19 EMESSE DALLA REGIONE ABRUZZO” più 1 altro/i articolo/i

Posted: 13 Apr 2020 03:00 PM PDT
Nel seguente link è possibile consultare tutte le ordinanze, circolari e comunicazioni dell'emergenza Covid-19 emesse dalla Regione Abruzzo:
http://www.regione.abruzzo.it/content/ordinanze-circolari-comunicazioni
EMERGENZA COVID, I CARI DEFUNTI OMAGGIATI DAI SINDACI MARSICANI - MarsicaWeb
Posted: 13 Apr 2020 08:51 AM PDT

EMERGENZA COVID, I CARI DEFUNTI OMAGGIATI DAI SINDACI MARSICANI


Magliano de' Marsi
Aggiornamento  13 aprile 2020
NOTIZIE

EMERGENZA COVID, I CARI DEFUNTI OMAGGIATI DAI SINDACI MARSICANI
... di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio, di Scurcola Marsicana Maria Olimpia Morgante e di Magliano dei Marsi Mariangela Amiconi, indossando la ...
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lunedì 13 aprile 2020

Il Ministero della Verità


Video-appello collettivo contro la censura della rete e a favore della libertà di espressione.

Fonte:
youtu.be/mvDrRYvqBfo
www.youtube.com/user/luogocomune2

La dittatura senza dittatore


“In epoca romana la dittatura era concepita come una funzione con limiti precisi nel tempo e nell’esercizio del potere: il termine dittatura significava in generale un potere eccezionale conferito a un individuo, a un gruppo sociale o a un partito al fine di affrontare una crisi di estrema gravità per lo Stato. A questo potere si chiedeva di restaurare l’ordine politico e civile o di instaurarne uno nuovo.”
Non ho problemi a restare in casa.
Sorprendentemente, continuo a lavorare; e gioisco a vedere l’erba che cresce nelle piazze e il cielo senza aerei.
Inoltre, immagino che tutto ciò riduca anche il numero di contagi, e presumo che prendere il Covid sia davvero una iattura.
Però, la dittatura c’è, basta guardarsi attorno.
La realtà della dittatura non sembra chiara a tutti, e cerco di capire i motivi.
Il primo è semantico: quello che sta succedendo è bene, perché ci salva dalla peste; la dittatura, ci hanno insegnato, è cattiva, quindi se è un bene, non può essere una dittatura.
Due. Quando pensiamo a una dittatura, la prima cosa che ci viene in mente è un matto che si diverte a fare il Dittatore.
Ci guardiamo attorno e  vediamo che i dittatori del momento sono Conte, che sembra una persona mite; Trump, Johnson e Putin, tra i personaggi più grintosi di questi tempi, hanno tutti esitato a lungo prima di imporre qualche misura appunto dittatoriale. Erdoğan si oppone ancora alle misure emergenziali e Bolsonaro è stato addirittura, a quanto pare, estromesso per aver resistito all’imposizione della dittatura.
Per ora, solo Orbán sembra immedesimarsi un po’ nel ruolo.
Terzo ostacolo: il fatto che non vediamo attentare alla libertà di parola. Questa è sempre stata l’obiezione fondamentale dei parolai alle dittature:
“non mi fanno pubblicare la mia poesia! Hanno paura delle mie Parole!”
Quarto ostacolo. Per noi, la Dittatura è una cosa che ha come supremo divertimento quello di prendere a manganellate il Popolo. Qui, a parte il libidinoso che viola la quarantena perché vuole andare a puttane e si becca una civilissima multa, non vediamo particolari manganellate al popolo.
Bene, analizziamo tutte e quattro le obiezioni che si sollevano contro chi parla di Dittatura.
UNO.
“se è a fin di bene non è dittatura”.
Le dittature si dichiarano sempre “a fin di bene“, e la loro bontà si può giudicare solo dai loro frutti: la bontà o la cattiveria sono irrilevanti ai fini della definizione di una dittatura.
DUE.
Ma dai, Conte ti sembra un dittatore?”
No, non credo sia un dittatore nell’animo, qualunque cosa ciò significhi. Semplicemnte, in questi giorni, sta facendo oggettivamente il dittatore, cioè firma i provvedimenti della dittatura.
Non sarebbe la prima volta – i dittatori sono stati di molti tipi, dall’esuberante Idi Amin dell’Uganda ad anonimi militari argentini dal carattere assai modesto, pronti a fare posto ad altri anonimi militari.
Mica che a fare la dittatura debbano essere dei mattacchioni come quello celebrato da Charlie Chaplin.
Oggi i politici ci mettono la faccia, ma contano poco, non hanno certo l’ambizione di contare davvero qualcosa; e prendono in tutta fretta decisioni suggerite da esperti, che sono quasi sempre esperti di qualcuno.
TRE.
Ma non è mica una dittatura, se puoi scrivere che è una dittatura!”
Qui, siamo frenati da un modo di pensare arcaico. Viene in mente Tommaso Becket, l’arcivescovo inglese che fece scomunicare il re d’Inghilterra, e fu ammazzato sull’altare della cattedrale di Canterbury.
Tommaso Becket fu ucciso per delle parole precise, espresse nella formula dell’anàtema:
“in nome di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, del Beato Pietro, Principe degli Apostoli, e di tutti i santi, in virtù del potere che c’è stato dato di legare e sciogliere in il cielo e sulla terra”
con cui escludeva il re
“dal seno della nostra Santa Madre Chiesa in cielo e sulla terra”.
Oggi le parole così non fanno più paura a nessuno. Compaiono per un istante su Facebook e il re manco se ne accorge.
Alcuni tabù dei nostri tempi (“vietato esprimere opinioni razziste, sessiste, fasciste” eccetera) hanno un valore antropologico identitario, ma non si fondano su alcuna paura reale: nell’immenso chiacchiericcio globale, tutti si possono sfogare all’infinito, anche in forme estreme, senza che cambi la realtà.
Una dittatura che controlla i movimenti delle persone, l’economia, i rapporti internazionali, le strutture militari e repressive, gli investimenti, l’urbanistica, fa benissimo a lasciare libero sfogo alle chiacchiere.
QUATTRO.
“Ma le dittature sbattono in galera gli oppositori, sparano sulle masse che protestano, qui al massimo ti fanno la multa…”
Ora, su chi dovrebbero sparare, visto che di oppositori significativi non ce ne sono?
Sparare è sempre un ultimo ricorso, se non ci sono oppositori, e si ottiene il risultato lo stesso, perché mai sprecare proiettili?
Quindi, riassumendo: siamo in una Dittatura.
Una dittatura probabilmente inevitabile: la “democrazia” e lo stato di diritto sono per quando si gioca e si scherza e c’è abbondanza per tutti e si può rivendicare il diritto di cambiare sesso sulla carta d’identità o chiedere i danni perché qualcuno ti ha guardato male.
Quando invece i piccoli ma duri coronaviri iniziano a giocare, si passa alla dittatura.
Che non è “cattiva”, non esprime le passioni di qualche individuo megalomane, non spara sulle folle. Fa semplicemente ciò che fanno le dittature: cioè sospende tutti i diritti individuali che possano farle da ostacolo, e detta due cose fondamentali:
1) Il nostro presente, e questo è in gran parte un falso problema. Se mi impediscono di andare in discoteca, fanno bene; se mi impediscono di coltivare l’orto, è un guaio, ma non è necessariamente fatto per cattiveria.
2) il nostro futuro, che è quello che si sta decidendo in questi giorni.
Perché da questa situazione usciremo con un mondo economicamente devastato, e tutto da ricostruire.
E’ qui che ci sono immensi capitali pronti a lanciarsi sul mercato, e che esigono decisioni rapide e senza opposizione, che costruiranno il mondo dei prossimi decenni. Decisioni dittatoriali.