Posted: 20 Apr 2018 06:06 PM PDT
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sabato 21 aprile 2018
Aumento pedaggi, nel fuori onda di Report D’Alfonso svela il ‘piano b’ dell’amico Toto
ABRUZZO. Degli oltre 20 minuti di intervista originali al presidente Luciano D'Alfonso sulla questione degli aumenti dei pedaggi autostradali (e non solo), ieri sera a Report ne sono andati in onda appena una manciata, in una inchiesta di un'ora che ha affrontato il problema da diverse angolazioni.
Il governatore già nel pomeriggio di ieri aveva cominciato a rilasciare, via social, spezzoni di quella intervista, registrati con un telefonino di qualche suo collaboratore mentre il giornalista di Report, Luca Chianca, lo stava intervistando nel suo studio.
Una maniera, evidentemente, per contrastare i vari tagli che i tempi televisivi richiedono e che il governatore senatore ha mostrato di non aver gradito, definendo alle 22.55 (a servizio terminato) quelli di Report come «mastri di s-montatura».
Sarebbe stato del resto improponibile mandare in onda i 20 minuti di risposte non tanto per i tempi quanto per gli scarsi contenuti tanto che le cose più interessanti sono state quelle dette a intervista finita.
Tra i 5 file video pubblicati su Facebook, manca, per ovvie ragioni, proprio il fuori onda carpito dal giornalista Luca Chianca nel quale D'Alfonso svela di conoscere bene il "piano b" di Toto.
«Lui dove vuole arrivare?», spiega il presidente al giornalista, riferendosi all'amico imprenditore. «In un nuovo piano economico e finanziario e non i lavori da fare, di manutenzione che rompono le palle. I lavori grandi. Perché sono sottoposti a un diverso sistema di fiscalizzazione. Di guadagno, ma anche di fiscalizzazione. Perché lui comunque se lo fa pagare, se lo fa anticipare da un sistema bancario. I lavori, ma i lavori nuovi. Non la manutenzione, che è fastidio».
E a proposito di lavori si parla di 2,9 miliardi per un nuovo progetto di "raddrizzamento" della A24 e A25 ma è tutto segreto. Le carte sono al ministero in attesa di un via libera senza alcun tipo di trasparenza o informazione pubblica ai territori che ancora una volta si vedranno imposte opere senza alcuna partecipazione.
Il precedente progetto da oltre 6 miliardi è stato ritirato perchè troppo costoso e impattante con una decina di gallerie.
LA CIAMBELLA DI SALVATAGGIO PER TOTO?
Nell'inchiesta di Report si racconta anche che sul caso dell'aumento dei pedaggi D'Alfonso si è spinto oltre e la battaglia l'ha portata fino alla Corte Costituzionale.
«Questo è denaro degli abruzzesi», spiega D'Alfonso (consapevole di essere ripreso), «i canoni di concessione sono garantiti dagli abruzzesi perché è frutto dei pedaggi pagati dagli abruzzesi, dopodiché una parte di quei pedaggi tornano a favore degli abruzzesi e cioè dei pendolari».
Ma secondo Report con la proposta di D'Alfonso una parte dei soldi che Toto versa allo stato per la concessione dovrebbero rientrare nelle casse dell'autostrada per abbassare i pedaggi.
Un regalo a Toto?
«No, no…», ribatte D'Alfonso, «questa è una misura a favore degli abruzzesi. Io poi lavoro per fare in modo che capiscano tutti che quel contratto del 2001 è sbagliato rispetto sia alla gestione che rispetto agli abruzzesi».
Ma Report insiste: «è soprattutto una ciambella di salvataggio per Toto, visto che aumenterebbe il numero dei passaggi e dunque degli incassi. Perché oggi il numero dei pendolari è crollato proprio in virtù degli aumenti».
In pratica il ragionamento è questo: facendo avere i soldi a Toto questi potrebbe permettersi di abbassare i pedaggi che incrementerebbero di conseguenza pure i guadagni. Tutto con soldi pubblici riuscendo a gratificare privato e pendolari.
Il punto però è: cosa accadrebbe se la concessione invece che prorogata fosse rimessa a bando? Ci sarebbero ricadute migliori per il pubblico?
LE COMPLANARI
Nell'inchiesta è stato anche raccontato che, nel Lazio, il costo dei lavori delle complanari tra Lunghezza e Casal Bertone è stato di 258 milioni, di cui ben 170 a carico dello Stato. Ottantotto milioni a carico del concessionario attraverso il rincaro dei pedaggi. «E a incassare la maggior parte dei soldi dei lavori ci sono sempre loro, ma questa volta attraverso la Toto Costruzioni che li ha realizzati». E' stata fatta sentire anche una intercettazione tra Alfonso Toto, figlio del patron Carlo, e l'ingegner Ramadori, che oggi è amministratore delegato della Strada dei Parchi. Parlano dei costi delle complanari e di come guadagnare sulle percentuali di ribasso, e ipotizzano un intervento di papà Carlo sui vertici di Anas. (Ramadori: «dovresti parlare un attimo con papà se lui vuole prima fare un passaggio in alto». Alfonso Toto: «va bene»).
Se poi il padre, Carlo Toto, sia andato a parlare con qualcuno in alto dell'Anas sui costi dell'opera, non lo sappiamo.
(Su Strada dei parchi dal minuto 50 in poi)
L'AMICIZIA CON TOTO
Tornando sul versante abruzzese, nell'intervista si è poi affrontato il tema dell'amicizia tra D'Alfonso e Toto e del fatto che il primo fosse il referente politico del secondo, verità accertata anche dal «pubblico ministero», ci ha tenuto a specificare il presidente-senatore, «che per 53 volte ha cercato di mettermi sotto accusa e per 53 volte ha perso davanti all'autorità giudicante».
E l'amicizia? I viaggi pagati dall'imprenditore?
«Io conosco questo e altri operatori economici della mia zona di provenienza da quando avevo sedici, diciassette anni, che facevamo anche le feste patronali e le collettività», ha ribadito D'Alfonso».
E' politicamente opportuno che l'imprenditore paghi viaggi all'amico politico?
«Ascolti», ha spiegato D'Alfonso, «ci sono momenti nei quali prevale la dimensione amicale, ci sono momenti nei quali c'è il ruolo pubblico e uno determina la coltivazione solo del ruolo pubblico. Io in quei momenti ho avuto una determinazione nei confronti di quella giornata di tempo libero di aderire ad un viaggio per esempio a Santiago di Compostela oppure siamo stati a Lourdes».
«Come non accontentare un amico così devoto spiritualmente», ha chiuso in studio Sigfrido Ranucci.
DECRETO LORENZIN SUI VACCINI: L'INCHIESTA DI GRAMICCIOLI A TEATRO A L'AQUILA
L’AQUILA - "Il decreto" è un inchiesta giornalistica di David Gramiccioli sulla libertà legata ai vaccini, raccontata in chiave teatrale dalla Compagnia del teatro artistico d'inchiesta, che andrà in scena all’Aquila, sabato 28 aprile alle 18, all’Auditorium del Parco.
Lo spettacolo è stato organizzato dal gruppo "Libertà di Scelta e Sicurezza Vaccinale L'Aquila", che tramite il suo portavoce, l'aquilano Nino Bruno, ha spiegato l'impegno di anni, "per la chiarezza e una corretta informazione in ambito medico e vaccinale e soprattutto, per la libertà di scelta, il faro principe per il quale scendiamo in piazza e manifestiamo pacificamente".
Per la regia di Angela Turchini, la direzione tecnica di Michele Rizzi, il coordinamento di Laura e Maria Antonietta Pittore, "Il decreto" è il risultato di un lavoro di anni di Gramiccioli, giornalista, reporter e attore di teatro romano, che ha voltuo questo spettacolo, "per raccontare il punto di vista su questa libertà di scelta in modo inconfutabile, in un percorso che parte dai casi di febbre suina del 2009, fino alla legge Lorenzin, che impone i vaccini nei primi anni di vita", come ha spiegato ad AbruzzoWeb.
Una legge che per Gramiccioli è paragonabile, "alle leggi razziali promulgate in Italia nel 1938, che privarono gli ebrei delle libertà fondamentali. E così il decreto Lorenzin, definito anticostituzionale e illegittimo anche da una delle personalità che più rappresenta il simbolo della giustizia, il giudice Ferdinando Imposimato".
"La legge Lorenzin - ha aggiunto - ha innescato un esemplare movimento spontaneo di opinione pubblica, capace di svilupparsi al di fuori delle ordinarie dinamiche politiche e sociali. Lo stesso strumento normativo che da una parte dovrebbe garantire i diritti dei cittadini, è in questo frangente in grado di piegare il diritto di libertà dei medesimi, nello scegliere consapevolmente in merito alla salute dei propri figli, provocando preoccupazione e disorientamento nelle famiglie italiane".
Con l’inizio del racconto si torna indietro nel tempo, è il 2009, due figure di donne coraggiose anticipano e precorrono i tempi in una visione lucida e competente.
"Con loro si avvia la narrazione volta a rafforzare, l’importanza del progresso e della scienza, mai in disaccordo con le conquiste scientifiche anzi, sempre nel rispetto di una lettura degli accadimenti supportata da documentazione e dal rigore narrativo, l’opera è un intreccio di fatti e accadimenti che non sfiorano argomentazioni tecniche o mediche ma che ricostruiscono quello che è stata la storia di questo decreto", spiega.
"I fatti del passato tornano prepotentemente come attualità, suggerendoci una via interpretativa, per dare corpo e significato alla necessità di difendere il nostro ruolo di uomini, di genitori e di cittadini. Uno strumento di riflessione per tutti coloro che avranno, in coscienza, l’interesse a darsi una risposta, non del tutto scontata, che anche la salute, prima di essere tradotta in articoli di legge, è un diritto che deve essere garantito a tutti, indistintamente", conclude.
"I fatti del passato tornano prepotentemente come attualità, suggerendoci una via interpretativa, per dare corpo e significato alla necessità di difendere il nostro ruolo di uomini, di genitori e di cittadini. Uno strumento di riflessione per tutti coloro che avranno, in coscienza, l’interesse a darsi una risposta, non del tutto scontata, che anche la salute, prima di essere tradotta in articoli di legge, è un diritto che deve essere garantito a tutti, indistintamente", conclude.
Il costo del biglietto è di 10 euro, l'incasso e l'autotassazione già in atto da parte di membri del gruppo "Libertà di Scelta e Sicurezza Vaccinale L'Aquila", serviranno per coprire le spese vive sostenute.
Per informazioni telefonare ai numeri 348/5200386 e 328/8376982, o tramite mail,libertadisceltaaq@gmail.com.
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venerdì 20 aprile 2018
Nasce “I love Abruzzo”, il gioiello del maestro orafo Montaldi dedicato ai simboli della regione verde d’Europa
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